Scimmie, noci di cocco e machine learning
Il concetto di machine learning si è insinuato silenziosamente nella nostra vita ed è saltato fuori di soppiatto nella nostra quotidianità come qualcosa di inevitabile prima, e indispensabile poi.
Così ci ritroviamo con questo scomodo e misterioso strumento tra le mani, senza sapere bene cosa farne. Se provassimo a dare un cellulare ad uno scimpanzé, probabilmente lo utilizzerebbe per grattarsi, rompere una noce di cocco o, magari, tenterebbe di mangiarlo.
Va bene ma, ovviamente, noi non siamo scimmie giusto?
Eppure quanti di noi hanno acquistato un cubo di Rubik e poi il miglior uso che ne hanno fatto è stato di posarlo come fermacarte sulla propria scrivania?
Lavorando nell'ICT di una multinazionale che tenta di evolvere in una Digital Company, il machine learning è il grande protagonista, il fattore X che lo renderà possibile.
Tuttavia fa riflettere il fatto che le stesse persone che fino ad un paio di anni fa, probabilmente, non conoscevano neanche il termine, oggi ne parlino e (ancora più inquietante) lo maneggino, come la cosa più scontata del mondo.
Ma quanti di loro hanno capito o stanno provando a capire l'attrezzo che, come per magia, si sono improvvisamente ritrovati nella cassetta?
Quanti di loro si interrogano sul potere che esso nasconde e quanti, invece, stanno solo cercando di rompere la propria noce di cocco?
Niente di grave, a volte non si ha molta scelta, si fa quel che si può. E anche io, quando ci ho inciampato, ho fatto (e faccio ancora) ciò che ho potuto: cioè studiare.
Ho cominciato col leggere dei libri, un po' di tutti i generi, dal tecnologico al sociologico, dallo scientifico al filosofico. E, devo ammettere che, si tratta di un tema che si presta molto a ciascuna di queste discipline. Perchè ha un impatto sulla nostra vita in tutta la sua interezza.
E' per questa ragione che trovo l'argomento molto interessante, tanto da volerci tornare su (in precedenza avevo già pubblicato un post sul machine learning), ma da una prospettiva diversa. Da un punto di osservazione che privilegia la vita reale, con la speranza di suscitare anche in te il mio stesso interesse.
Che ne dici, cominciamo? Bene, allora inizamo col dire che...
La società si sta trasformando, un algoritmo di apprendimento dopo l'altro.
Il machine learning colpisce ogni aspetto della nostra vita e sta rivoluzionando, sotto i nostri increduli (o distratti, a seconda dei casi) occhi la scienza, la politica, la tecnologia, gli affari, il tempo libero. Tutto.
I cellulari, i satelliti, i sequenziatori di DNA, le videocamere di sorveglianza, gli acceleratori di particelle, perfino certe tazzine di caffè, sondano noi e la natura che ci circonda, nei minimi dettagli e gli algoritmi di apprendimento trasformano questo diluvio di dati in nuova conoscenza.
Le aziende conoscono i propri clienti meglio di quanto si conoscano loro stessi. In politica, il candidato vincente è quello con il miglior modello applicato alla base elettorale. Vediamo mezzi che attraversano la terra, i mari e il cielo pilotandosi da soli.
Nessuno ha inserito i nostri gusti nel sistema e-commerce di Amazon, un algoritmo di apprendimento, messo lì apposta, li ha capiti da sè.
L'auto di Google che si guida da sola non è stata programmata da qualche genio, nessuno può scrivere un programma in grado di guidare un'auto.
Peraltro non è stato necessario farlo, perchè un algoritmo di apprendimento è in grado di imparare a guidare semplicemente osservando un guidatore umano.
Il machine learning è qualcosa di completamente nuovo. E' una tecnologia che si auto determina.
Siamo di fronte ad un altro modo di pensare alle macchine e ai sistemi.
E' vero che costruiamo manufatti su scala artigianale ed industriale sin da quando i nostri antenati Homo habilis (poco più che primati) affilavano le pietre per aprire le noci di cocco o per spaccare le teste a chi non restava al suo posto.
Ma è pur vero che qui siamo davanti a manufatti in grado di costruire manufatti a loro volta. Tecnologie che si riproducono senza intervento umano.
Una volta, a proposito dei computer, Picasso affermò:
"sono completamente inutili, sanno solo dare risposte".
Ed è vero, nessuno si aspetta che un computer faccia una domanda, così, per curiosità. Un computer è una macchina che fa ciò che gli si dice.
Il problema è che qualcuno gli ha detto di essere creativo.
E il machine learning è il risultato.
Ed è qui che dobbiamo destare tutta la nostra attenzione.
Il machine learning non è un algoritmo. Non è un programma. Pensare questo è l'equivalente esatto di usare il cellulare per grattarsi.
E' una tecnologia generativa.
E' una macchina che prende in pasto dati e restituisce algortitmi. E più dati gli dai, più complessi sono gli algoritmi ottenuti.
Ma non c'è tanto da meravigliarsi, è da quando siamo comparsi sulla terra che lavoriamo per adattare il mondo ai nostri bisogni (a dispetto di quanto possano affermare i neodarwinisti). Il machine learning e solo l'ultimo capitolo di una saga lunga due milioni di anni.
Un capitolo che racconta la nostra impresa più recente, quella di aver dotato la realtà intorno a noi, di uno strumento che le permetta di capire ciò che vogliamo, cosicché questa possa adattarsi ancor prima che noi possiamo esprimerne il desiderio.
Tu forse stai pensando che io stia esagerando, ma pensaci un attimo, oggi virtualmente (nella parte di mondo digitale) e domani fisicamente (quando cioè tutto sarà digitale), ogni cosa si modifica al nostro passaggio.
Come in una foresta magica, nell'istante stesso in cui la attraversiamo, una strada ci si apre tra gli alberi. Là dove ci smarriamo, appaiono dei cartelli che ci indicano la via. Quanto la strada sia quella che volevamo davvero e quanto, invece, suggerita da altri è sicuramente un argomento da approfondire. Ma è così che funziona il machine learning, ed è così che funziona la nostra realtà.
Ma attenzione, non ho detto funzionerà, ho detto funziona.
Funziona già così, proprio adesso.
Eppure siamo ancora piuttosto ignoranti in fatto di machine learning. Ed è un male.
Quando una tecnologia è così pervasiva e rivoluzionaria, non è una buona idea lasciare che resti una scatola nera. L'opacità lascia ampio spazio agli errori o, peggio, ad usi arbitrari ed indiscriminati.
Oggi è l'algoritmo di Amazon a decidere quali libri leggi. Sono gli algoritmi dei servizi segreti a stabilire se sei un potenziale terrorista oppure no. Sono i modelli climatici a decidere il livello sostenibile di CO2 nell'atmosfera. E, ancora, sono gli algoritmi dei grandi speculatori finanziari a spostare l'economia globale.
In questo post non ho la pretesa (nè la capacità) di spiegarti tutto o anche solo parte di ciò che bisognerebbe sapere. Magari potremmo avventurarci in ulteriori esplorazioni in futuro, perchè no.
Più che altro vorrei risvegliare in te quella sana curiosità che sta al principio di ogni percorso di conoscenza.
Una curiosità, oggi, quanto mai necessaria e impellente. Abbiamo un estremo bisogno di capire cosa sta accadendo.
Non si può gestire, né controllare ciò che non si capisce.
Per questo dobbiamo comprendere il machine learning.
E' importante farlo come cittadini, come genitori, come figli, come lavoratori e come esseri umani che operano per un'esistenza migliore e, in fin dei conti, per la felicità di tutti.
Mi fermerei qui, ma non senza consigliarti qualche buona lettura sul tema:
Ti suggerisco in particolare l'ultimo, se vuoi andare al sodo e non ti va di leggere tutto sto delirio ;-)
Alla prossima.
Nico Spadoni