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L'umanità Aumentata


Sono passati 25 anni da quando acquistai il mio primo PC. Un 486 su cui era installato Windows 3.1. Ricordo di averlo pagato qualcosa come 3 milioni di lire, circa il doppio del mio stipendio di allora. Non fui certo un early adopter. L'informatica in generale non mi interessava.

Mi incuriosivano i programmi, in particolare quelli di computer grafica. Sono sempre stato attratto dalle cose che stimolano la mia creatività. Trascorsero cinque anni prima che io scrivessi la mia prima riga di codice.

Come ho detto, non sono stato un early adopter.

Ed eccoci qui, venti anni dopo, in un mondo completamente cambiato. Sono cambiate più cose negli ultimi 20 anni che negli ultimi 2000.

Gli attenti osservatori di queste cose ci dicono che l'umanità è alle porte della 5° Era. La prima Era fu quella dei cacciatori e raccoglitori e durò diversi milioni di anni. La seconda fu quella degli agricoltori e allevatori e durò migliaia di anni. La terza Era fu quella dello sviluppo industriale e durò qualche centinaio di anni E poi arrivò l'Era dell'informazione, in cui siamo immersi, e che dura solo da alcune decine di anni.

I grandi cambiamenti, i salti evolutivi, le speciazioni (come direbbero i darwiniani), sono in forte accelerazione. E data la velocità, probabilmente oggi non è possibile immaginare ciò che accadrà anche solo tra due o tre anni.

Ma una nuova Era si sta già manifestando: l'Era dell'umanità aumentata, destinata a riscrivere il concetto stesso di umanità e di come questa trasformerà il mondo e la vita stessa.

Non pensare però che si tratti di una mera ipotesi. Ci sono un sacco di matti che ci stanno lavorando. E se ci guardiamo intorno con attenzione ne possiamo scorgere già qualche avvisaglia.

Umanità aumentata...

quanti di noi vorrebbero aumentarsi qualcosa? Che ne so, la memoria, la vista magari... oppure la vita stessa.

E se ti dicessi che è già successo?

Facciamo un esempio. Se ti chiedessi, che tempo fa a Bangkok proprio in questo momento, me lo sapresti dire qui su due piedi?

Probabilmente metteresti mano all'oggetto che hai in tasca o nelle immediatissime vicinanze. Un oggetto da cui non ti separi mai, che oramai fa parte di te tanto da poterlo considerare un prolungamento del tuo braccio: il tuo smartphone. Così, usando l'estensione del tuo braccio, attingi a risorse che fino a qualche anno fa non avevi. In questo caso, consulteresti il meteo e sapresti in tempo reale le condizioni climatiche, non solo di Bangkok, ma di tutto il mondo.

Fai cose incredibili solo perchè ti si è allungato uno degli arti superiori. Sei aumentato!

Lo so. Col senno di poi questo non ti sembrerà un granché. Anzi potresti obiettare che quell'estensione non è un aumento, bensì un computer che si è ridotto. E forse avresti ragione. Perchè in fondo una macchina che fa quello che io gli dico di fare non è un grande progresso. Ed è anche il limite di tutte le Ere fino ad oggi.

Siamo sempre stati limitati da questo bisogno di impartire manualmente la nostra volontà negli strumenti. Ma proprio manualmente! Usando letteralmente le mani. Facciamo questo anche con i computer.

Invece io voglio conversare con il computer. Voglio poter dire:

"Jarvis, che ne pensi di preparare il pranzo mentre io finisco di scrivere questo articolo?".

Lui, va in cucina e mi prepara qualcosa con quello che c'è, e magari (per stupirmi), mi fa qualcosa di nuovo inventato lì per lì. Allora io assaggiando quello che mi ha preparato potrei dire:

"Jarvis, ma che ci hai messo qui dentro? E' uno schifo!".

E lui potrebbe rispondere qualcosa del tipo:

"La prossima volta cucina tu, e se vuoi saperlo anche il tuo articolo fa schifo!".

Qual è la differenza? Qui parliamo di macchine pensanti. Macchine che comprendono quello che diciamo e agiscono di conseguenza. Macchine capaci di astrarre concetti da quello che gli accade intorno, dotate di intuito.

Vorremmo macchine che sappiano fare quello che noi facciamo di continuo senza neanche pensarci. Che ci aiutino a fare meglio quello che facciamo, a superare i nostri limiti. In questo modo arriveremo a fare cose che oggi per un essere umano è impossibile, ma sarà proprio un essere umano a farle, un essere umano aumentato.

Quando si discute di intelligenza artificiale le opinioni si spaccano tra chi crede che un giorno le macchine sostituiranno l'uomo e chi invece rivendica quei fattori come creatività, immaginazione, emotività, quali fattori esclusivamente umani e mai riproducibili artificialmente.

Personalmente credo che entrambi abbiano ragione, ed entrambi torto.

E' ormai assodato, per esempio, che il test di Turing oggi può essere superato da una macchina senza particolari problemi. Che ci sono macchine che dipingono e compongono musica senza l'aiuto dell'uomo.

Ed è pur vero che tutto ciò che una macchina può fare è una combinazione grande a piacere di istruzioni, comunque definite dall'uomo, suo creatore. C'è anche da aspettarci che queste combinazioni cresceranno al punto da rendere davvero difficile riconoscere la differenza tra pensiero umano e pensiero sintetico.

Ma credo che spendersi in questa discussione sia poco utile.

Il punto non è se sia possibile (o giusto) che in futuro la macchina possa sostituire l'uomo. Il punto è immaginare cosa la macchina e l'uomo, insieme, saranno in grado di fare.

Come sarà il mondo dell'umanità aumentata?

Credo che vedremo un mondo dove passeremo da cose che sono fabbricate a cose che vengono allevate. Da cose che sono costruite a cose che sono coltivate. Passeremo dall'essere isolati ad essere connessi. Penso anche che passeremo dal volere obbedienza dalle nostre cose all'apprezzarne l'autonomia.

Grazie alle nostre capacità aumentate, il nostro mondo cambierà significativamente. Avremo un mondo con più varietà, più connettività, più dinamismo, più complessità, più adattabilità e, ovviamente, più bellezza.

La forma di ciò che verrà sarà qualcosa di mai visto prima. A dare forma a tutto sarà una simbiosi tra tecnologia, natura e umanità. Questo, per me, è un futuro che vale la pena esplorare. Non so quando accadrà ma io non vedo l'ora che avvenga.

Alla prossima!

Nico Spadoni

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