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Leadership: una vita da mediano


Il mondo cambia troppo in fretta per stargli dietro... Stai davanti!

Questo è stato uno dei più bei copy (si chiamano così i testi che accompagnano l'immagine nelle comunicazioni pubblicitarie), secondo me, mai scritti in Italia. L'ha realizzato Fineco mi pare intorno al 2008/2009.

Non mi ero ancora trasferito a Roma ma mi interessavo già alla comunicazione aziendale e questo slogan mi apparve subito geniale.

Mi è tornato in mente in questi giorni di drastici cambiamenti nella mia azienda.

Io stesso cerco di dare il mio contributo, come posso, ma non sono l'unico, sono in tanti a farlo.

E' un momento "Tsunami". Un'onda anomala sta investendo l'intera organizzazione e moltissime persone hanno perso i riferimenti abituali. Cavoli, gli stessi abituali riferimenti hanno perduto se stessi, o meglio, stanno assistendo a come tutto ciò che li rendeva tali viene spazzato via dall'onda.

Intanto, un furgoncino tappezzato di manifesti, con un grosso megafono sul tetto, sta passando al setaccio ogni centimetro della nostra azienda. Il messaggio chiaro è: Signori, si cambia!

E così, tutti a rincorrere il messaggero urlante a quattro ruote:

"Ma dove stiamo andando?"

"Non lo so, ma stiamogli dietro"

"Aspetta, ma perchè?"

"Non l'hai sentito? Si cambia!"

"Cambiare cosa?"

"Maledizione, zitto e corri"

Ma un messaggero è un messaggero, alla fine del suo giro se ne tornerà in garage, e il suo compito finisce lì.

Un cambiamento è un cambiamento, non puoi sapere che cos'è finché non... cambia.

E qui il discorso si fa serio, perchè se questo accade senza di te, ti toccherà subire quello che altri avranno fatto. Non importa quanto lo avrai inseguito.

Se invece ti spenderai in prima persona, diventando tu stesso agente di cambiamento, allora avrai partecipato a realizzarlo.

Ecco che significa stare davanti.

Così il mondo cambia, ma cambia con te. E questo fa tanta differenza. Anzi, fa tutta la differenza.

Certo, non è una cosa facile, perchè giocare in quel ruolo non è per niente comodo. E' un po' giocare da mediano. Lontano dai riflettori.

Splendidi alcuni passaggi del testo di Ligabue che si adattano al ruolo di un agente del cambiamento:

una vita da mediano a recuperar palloni una vita da mediano con dei compiti precisi a coprire certe zone a giocare generosi

...

una vita da mediano da chi segna sempre poco che il pallone devi darlo a chi finalizza il gioco

...

una vita da mediano da uno che si brucia presto perché quando hai dato troppo devi andare e fare posto

E c'è poco da girarci intorno, ti devi piazzare in mezzo al campo e stare...

lì sempre lì

lì nel mezzo finché ce n'hai

stai lì

stai lì

E' paradossale ma è così.

Che poi, il cambiamento non sarà mai perfetto, mai definitivo, mai compiuto. Sempre in divenire.

Ci sarà sempre qualcuno da marcare, una zona da coprire, litri da sudare e poco tempo per rifiatare.

Un lavoro sporco che pochi uomini coraggiosi e ispirati scelgono di fare.

Ben sapendo che ci sarà poca gloria per loro.

Un po' come accade per quella pompa nascosta nel nostro torace.

Lei pompa la nostra linfa vitale finché ne ha, ma quasi nessuno ci pensa.

Tutto ciò che facciamo è grazie a quella macchina instancabile.

Non si vede, non si sente, ma c'è.

Puoi vivere tutta la vita senza dartene peso, ma c'è.

E tu esisti perchè lei batte un colpo dopo l'altro, convinta, senza sosta, generosa.

Il cambiamento è una missione, una promessa da mantenere, uno scopo che dà significato a quello che fai.

E' il pane dei leader, quelli veri. Perchè in fondo cos'è la leadership se non quel mettersi davanti. Un po' a guidare e un po' a proteggere. Un po' ariete e un po' scudo.

Se dovessi condensare in parole le peculiarità di un leader, ti direi:

Visione, Coraggio e Generosità.

Un agente del cambiamento che abbia dentro questi focolai è, di fatto, un leader. Un leader del cambiamento. Un leader discreto ma potente. Un leader che fa la differenza.

Alla fine, forse, nessuno gli riconoscerà dei meriti. Ma i meriti sono poca cosa rispetto a quanto la sua stessa missione gli avrà regalato.

I soldi, la carriera, il potere, sono palliativi di una malattia incurabile: l'insoddisfazione, il non averne mai abbastanza, il vuoto incolmabile.

E' la missione che riempie il vuoto, l'accorgersi di contribuire a qualcosa di più grande. La decisione di vivere con uno scopo, una visione. Con coraggio e generosità. La decisione di vivere da leader.

Perchè essere leader non è un incarico, ma una scelta.

Una tua scelta.

Provare per credere. ;-)

A presto,

Nico Spadoni

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