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DataViz Strategy: l'arte di far parlare i dati


Provo ad addentrarmi nell'affascinante spazio della data visualization (concedimi di chiamarla da qui in poi dataviz). Ma prima di farlo, vorrei che ti sia chiaro subito il fatto che, chi scrive non è un esperto del campo. Per dirla meglio, non sono un esperto di BI, né un data scientist e non sono neanche un tecnologo del dato. Cosa sono allora? Sono un cultore di una disciplina piuttosto controversa a cui è difficile dare un nome senza dover formulare una definizione. Una disciplina dove visione, strategia, persone ed interazioni si sovrappongono. Dentro c'è esplorazione, ricerca di significato, condivisione delle idee, vocazione all'azione. Il nome non lo so dare, se vuoi prova a darlo tu. L'importante è capirsi.

Quindi, da questo e dagli altri miei post, non aspettarti delle guide su come fare (in quello, sono sicuro, sei più bravo tu di me), piuttosto troverai delle idee, dei consigli o delle spinte che ti mettano in condizione di avere qualche opzione in più nell'esprimere un potenziale che naturalmente è tutto tuo.

Ma torniamo al focus di questo post.

Anche la dataviz è importante affrontarla con il giusto mindset, vale a dire con i criteri che ti permettono di prendere le giuste decisioni (strategiche, tattiche o tecniche, che siano), e di valutare meglio il lavoro fatto da te o dagli altri e per gli altri. Per cogliere questo obiettivo mi servirò di un grafico di David Mc Candless (citato anche in un mio precedente post, se sei interessato clicca qui), che io mi sono limitato a tradurre nella nostra amata lingua.

Il grafico esprime 4 criteri fondamentali per produrre una dataviz di successo:

  1. Informazione

  2. Racconto

  3. Scopo

  4. Visual design

1) L'informazione è alla base del dataviz, sono i dati da cui parti, la materia prima insomma. Sembrerebbe una banalità ma il vecchio Dave, su questo pone il requisito di Integrità. E questo suggerisce che non è sufficiente avere i dati, occorre fare in modo che questi siano:

  • accurati (scelti, ripuliti e ben formati)

  • consistenti (completi, coerenti, ripetibili)

  • veri (espressione della realtà, non manipolati ad hoc)

Rispondere al requisito di integrità come puoi immaginare è un bel lavoro, che coinvolge diversi skill, e non va trascurato.

2) Il racconto, o se preferisci la story, è lo strumento con cui attiri l'attenzione e coinvolgi il tuo pubblico. Perché la story sia efficace, Dave ha individuato il requisito di Interesse. Per fare in modo che il tuo racconto sia interessante deve esprimere tre qualità:

  • rilevanza (deve esprimere l'importanza della tua rappresentazione e deve essere attinente al contesto in cui la esprimi)

  • significato (deve essere significativa, deve poter esprimere un valore tangibile, deve spostare il giudizio sulla realtà)

  • novità (deve introdurre un elemento nuovo, suscitare una nuova prospettiva, deve spingere al cambiamento)

Spesso è il requisito sacrificato, e invece è quello determinante per fare breccia nelle menti di chi ascolta e avere impatto sul suo giudizio.

3) Lo scopo è l'obiettivo che ti poni all'inizio dei tuoi sforzi. Tanto più è chiaro e forte lo scopo, tanto più importante è il tuo lavoro. David lega lo scopo al requisito di Utilità. Dove Utile significa:

  • Comprensibile (lo scopo deve essere chiaro, esplicito, semplice da afferrare)

  • Appropriato (lo scopo dipende dal contesto, quello che è utile in un caso potrebbe non esserlo in un altro. Bisogna evitare di vendere granite al polo nord)

  • Efficiente (rendere il massimo valore con il minimo sforzo. Più lo scopo è semplice, circoscritto, focalizzato, maggiore è il suo valore e minore lo sforzo cognitivo per comprenderlo, e probabilmente anche per realizzarlo)

Questo requisito indirizza le decisioni del tuo lavoro, definirlo subito riduce il rischio di sbagliare strada e di non soddisfare le aspettative.

4) Il Visual Design fa la differenza tra una buona dataviz ed una dataviz eccezionale. Secondo Mc Candless per fare un efficace visual design è fondamentale il requisito di bellezza. La cosa ha molto senso perché molte ricerche hanno dimostrato che un prodotto esteticamente interessante viene percepito anche come un prodotto efficace, semplice da usare, di valore. Su questo la Apple, ad esempio, ha creato tutto il suo vantaggio competitivo. Anche l'estetica ha le sue direttrici e sono:

  • Struttura (la bellezza si esprime attraverso metafore, ogni metafora ha una struttura che le permette di applicarsi a contesti differenti e funzionare lo stesso. Ogni struttura ha le sue regole che devi conoscere, più ne conosci e meglio puoi esprimere il tuo messaggio)

  • Appeal (l'occhio vuole la sua parte, ed è una parte che per la dataviz è un equilibrio di colore, allineamenti e spazio vuoto. Richiede tecnica, esperienza e semplicità)

  • Armonia (la bellezza di un'immagine non si apprezza mai nei dettagli ma nella sua manifestazione olistica. Il tutto più potente della somma dei singoli. Immagina una sinfonia di strumenti, se li ascolti singolarmente non ti travolgono come quando suonano insieme. La cura dell'armonia richiede sensibilità, gusto, immaginazione)

Questo è il requisito che può propiziare l'effetto wow, che realizza il delight per il tuo pubblico, e che in genere lo sospinge a concederti il credito a cui tanto ambisci.

Ma il grafico di Mc Candless aggiunge a questo ulteriori chiavi di lettura. Per esempio, descrive cosa accade se si tralascia qualcuno dei quattro criteri, oppure in quali casi non serve considerarli tutti.

E' un modello che mi piace molto perché aiuta a costruirsi il giusto mindset per affrontare al meglio questa intrigante disciplina. Inoltre è un utile tool per valutare il proprio lavoro o quello degli altri, individuarne i punti deboli e agire per superarli. In qualche modo chiarisce anche gli skill e le sensibilità necessarie per affrontarla con successo.

A questo punto tocca a te, come sempre il miglior modo per imparare è fare e, a questo proposito, voglio riportarti 5 suggerimenti di Cole Nussbaumer, una delle più apprezzate professioniste del settore:

  1. Impara ad usare bene i tuoi strumenti (approfondiscine le caratteristiche lasciandoti guidare da quello che vorresti fare e non da quello che sai già fare)

  2. Esercitati e ripeti, chiedi continui feedback e ripeti ancora (fare, sbagliare, cercare il giudizio, sono le cose migliori che tu possa fare per crescere)

  3. Dedica del tempo allo storytelling coi dati (leggi molto, assapora le metafore quando le incontri, leggi ancora e prova a scrivere qualcosa di tuo. Il resto verrà da sé)

  4. Impara e lasciati ispirare dai migliori (nel mio precedente articolo ti ho segnalato alcuni tra i più grandi professionisti, anche in fondo a questo ne troverai degli altri)

  5. Divertiti e trova il tuo stile (sii creativo. La creatività è la capacità di smontare i modelli che già conosci e rimontarli in modo nuovo. Se vuoi approfondire, ecco un post che ho scritto tempo fa sul tema della creatività)

A queste preziose chicche, voglio aggiungere un mio personalissimo consiglio: lavora in team. Condividi le tue idee, coinvolgi qualcun'altro, insieme si crea di più e meglio. Insieme ci si diverte e si cresce come gruppo e individualmente, ben oltre la possibilità di farlo da soli.

________________________________________________ E adesso ecco i link che non puoi assolutamente perderti:

Buon dataviz... :-)


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