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La ricerca dell'essenziale


Quella che state per leggere doveva essere l'introduzione ad un argomento che mi sta molto a cuore, la data visualization. Nelle mie intenzioni non avrebbe occupato più di tre o quattro righe lasciando spazio alla trattazione vera e propria. Ma poi mi ha preso la mano. Non è la prima volta che la penna decide per me. Ma questa volta devo ammettere che alla fine credo abbia avuto ragione lei.

Perciò, perdonatemi ma di data visualization ne scriverò nel prossimo articolo (promesso). Qui invece voglio invitarvi a riflettere con me su una cosa e, perché no, a dire la vostra. Suvvia, senza ulteriori indugi vediamo insieme di cosa parlo.

Antoine de Saint-Exupéry, o Saint-Ex per gli amici più stretti, amava tre cose: volare, scrivere e disegnare. Anche precipitare col suo aereo, a giudicare dalle numerose volte in cui è accaduto e miracolosamente vi è sopravvissuto (tranne l'ultima ovviamente).

Amava tre cose, dicevo, sublimate poi nella misteriosa magia che ha reso la sua opera più nota il libro più letto dopo la Bibbia e il Corano (anche se questa classifica è da considerarsi piuttosto controversa): Il Piccolo Principe.

Quel piccolo capolavoro nato come racconto per bambini, si è rivelato uno scrigno colmo di gemme preziose, spunti di riflessioni e verità universali per noi adulti che, direbbe il suo autore, abbiamo dimenticato l'essenziale.

Saint-Ex è ossessionato dall'essenziale. Una delle frasi a lui attribuita lo testimonia chiaramente:

La perfezione non si ottiene quando non c'è più nulla da aggiungere, bensì quando non c'è più nulla da togliere

Il nostro mondo affoga l'essenziale in un oceano di rumore. Il rumore è diventato effimera evidenza. Così, fuorviati da una realtà mascherata, tutto ci appare necessario ma nulla è davvero importante.

Ma quando ci capita di intravederlo, l'essenziale ci salta addosso e la coltre fatua che lo nascondeva si disperde in un attimo. E poi tutto cambia.

Certe epifanie hanno qualcosa di magico ma c'è un problema. Non è facile che accadano. La volpe (uno dei più intensi personaggi della fiaba) lo sapeva bene e, rivelandolo al piccolo principe, lo ha spiegato anche a noi:

L'essenziale è invisibile agli occhi

Guardare non basta. Mostrare non basta. La percezione dell'essenziale avviene ad un livello ben più profondo della nostra coscienza. L'essenziale si sente.

A volte si manifesta come fremito, altre come stupore, magari come paura. E' qualcosa che tocca le nostre corde interiori. E la musica che ne viene fuori ci risuona nella testa finchè non ci arrendiamo ad essa e cominciamo a danzare.

Impossibile rimanerne indifferenti.

L'essenziale è quella forza che ci spinge all'azione. Uno svelamento che ci cambia. Una promessa che ci seduce. Un tesoro nascosto che aspetta solo di essere trovato. La nostra vita, il nostro lavoro, ogni nostra vicenda può diventare una fantastica avventura se solo decidessimo di fare della sua ricerca la nostra missione.

Nel piccolo della mia esistenza questa ricerca è diventata il mio credo. E talvolta anche il mio dramma. Ma comunque il sale che ancora oggi dà sapore alla mia vita.

Ad ogni buon conto, se già non l'avete fatto (ma anche se è passato un po' dall'ultima volta) procuratevi una copia de Il Piccolo Principe e tuffatevici dentro. Non vi ruberà tanto tempo e ne sarà valsa la pena.

Mal che vada, se così non fosse, sapete contro chi imprecare. Giusto?

à bientôt, mes amis :-)


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